Marco Rizzo: anatomia di una sconfitta! Ultima parte/1: Marco Rizzo

Monsieur de La Palisse avrebbe certamente detto che "le elezioni si vincono e si perdono" e Catalano avrebbe aggiunto che  "Le vittorie hanno molti padri, le sconfitte sono orfane". Quando, però, una lista sulla carta competitiva perde le elezioni per 874 voti (e ,soprattutto, incassa un -113 a S.Maria, un - 70 a Castellabate, un - 363 a S.Marco, un  - 168 ad Ogliastro, un - 53 al Lago e un - 107 ad Alano) è evidente che non si tratta più di una sconfitta ma di una disfatta e che il padre altri non ne può essere che il Candidato a Sindaco, ossia Marco Rizzo.

Per analizzare la sconfitta dobbiamo partire da lontano, dal 2009, da quando ossia Maurano cacciò gli  "infedeli" (richiamandone poi due: Lo Schiavo e Di Biasi). A quel punto per la minoranza si aprivano grandi spazi di manovra che potevano portare ad un definitivo chiarimento del quadro politico e che, invece, finirono per rendere tutto più confuso. Una parte della minoranza (Florio, Grande, Russo, Cannalonga) tentò la carta del "governo balneare" ma alla fine vi rinunciò esponendo le proprie ragioni in un manifesto dal titolo vagamente papale "NON POSSIAMO".

Come si vede a quelle consultazioni non partecipò Marco Rizzo. All'epoca si disse che c'era stato un veto da parte di qualcuno, gli eventi successivi fecero ritenere ad altri che ci fosse stato un gioco delle parti nel PD, sia come sia la conclusione era che Rizzo, come immagine e politicamente, usciva rafforzato dalla vicenda. A settembre/ottobre, però Rizzo comincia a lanciare messaggi, solo all'apparenza, contraddittori. Firma (con Amodio, Maiuri, Nicoletti, Spinelli, Florio, Grande e Russo) una mozione di sfiducia al Sindaco. Mozione che ha le firme per essere discussa ma che per essere approvata necessita del voto della Dottoressa Cannalonga che in quel periodo era più enigmatica della Sfinge e più criptica della Sibilla (chi vuole rinfrescarsi la memoria su quei giorni può rileggersi i primi post di questo blog consultando l'archivio). Rizzo, quindi, firma la mozione di sfiducia ma si astiene al momento della surroga del Consigliere Chiariello e consente a Maurano di ricostituire la sua ancora precaria maggioranza. Firma la mozione di sfiducia ma con la sua assenza, di sponda con la Cannalonga, permette a Maurano di approvare rendiconto e riequilibrio finanziario. Rizzo firma la mozione di sfiducia ma al momento del voto abbandona l'aula dichiarando di farlo per non rompere il PD in quanto la dottoressa Cannalonga non avrebbe votato la sfiducia. Dicevamo che sono comportamenti solo apparentemente contraddittori in quanto era chiaro, in quel momento, che Rizzo aveva scelto di appoggiare Maurano.

Ma tutto ciò era frutto dell'improvvisazione del momento, della pressione degli eventi o faceva parte di un disegno politico di più ampio raggio?

Continua domani