sabato 30 marzo 2013

CONTROCORRENTE:L'Ospedale di Agropoli

Il post è di un lettore-collaboratore e lo pubblichiamo perché analizza il problema da una diversa angolazione e riteniamo sia utile per aprire un dibattito.

Il TAR, come abbiamo scritto ieri, ha sospeso fino al 10 Aprile l'esecutività della chiusura dell'Ospedale di Agropoli. In realtà, TAR o non TAR, crediamo che la questione avrà il solito svolgimento. L'ASL minaccia e fa la voce grossa, i sindaci, le autorità religiose e le popolazioni protestano, e si raggiungerà un accordo al ribasso (da una parte e dall'altra). Ma quanto gioverà tutto questo alla Sanità in generale?
Avere un ospedale ad Agropoli è certamente utile e comodo. Come, probabilmente, avere un ospedale ad Agropoli contribuisce (non crediamo ci siano statistiche in proposito) a salvare qualche vita  in più di quante se ne salverebbero nel tragitto fino a Vallo o a Battipaglia. Ma probabilmente un ospedale a Castellabate, o Montecorice o Pollica sarebbe molto più comodo e contribuirebbe a salvare qualche vita in più tra i cittadini di Castellabate o di Montecorice o di Pollica. Costruiamo un ospedale a Castellabate, Pollica e Montecorice? Ecco, il problema è  trovare un punto di equilibrio secondo il criterio costo/benificio.
E' giusto che un trapianto di organo costi dalle decine alle centinaia di migliaia di Euro alla Stato mentre sia del tutto gratis per il cittadino? Certamente sì. E' giusto che uno debba, come succede in altre nazioni, morire perchè non è in grado di pagarsi le cure e non possieda un'assicurazione? Assolutamente no. E' giusto che un malato per curarsi debba sperare nella buona sorte e non disporre di un'assistenza sanitaria efficiente ed omogenea in tutte le regioni? Certo che no.
Ebbene, in Italia i trapianti sono gratis, i ricoveri sono gratis, le visite e le cure sono gratis (se si eccettua una piccola compartecipazione). Tutto questo, però, ha un costo. Ed è evidente che si può dare tutto a tutti solo se la razionalizzazione del servizio consente di mantenere i costi entro limiti accettabili (non dimentichiamo che in Campania i cittadini sono sottoposti ad una tassazione addizionale che non ha pari in altre regioni e che non può essere ulteriormente aggravata). Ed è altrettanto evidente che mancando questa razionalizzazione nasce quel fenomeno per cui, pur essendo circondati da ospedali, nel caso di un problema un po' più serio la maggioranza dei nostri cittadini ricorre alle strutture di eccellenza private del napoletano o “emigra” negli ospedali al di là di Roma.
Il problema non è, quindi, quello di protestare per mantenere in vita una struttura utile e comoda ma tutto sommato superflua, ma quello di scendere in piazza per una Sanità diversa che ristrutturi i nosocomi esistenti superando la logica non più funzionale dei “policlinici” e creando delle strutture altamente specialistiche che possano trattare in loco tutte le patologie dalle più lievi alle più gravi e complesse.
Il tutto, ovviamente, supportato da una capillare riorganizzazione della rete di pronto intervento e soccorso in grado di assistere il paziente nell'emergenza e di trasportarlo con sicurezza al più vicino ospedale attrezzato.
Questo bisogna chiedere, continuare a difendere il proprio orticello per quanto bello, utile e curato alla fine può risultate controproducente se non addirittura dannoso.

10 commenti:

  1. In realtà l'Ospedale non si doveva proprio aprire. L'8 aprile 2004 fu uno spot elettorale di Bassolino per sè e per le provinciali di giugno ad Alfieri.

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    1. Certo che sei un grande, dopo nove anni ancora diamo la colpa ad altri, ma la volete smettere!!! E' ora che vi prendete le responsabilità dei vostri fallimenti,la chiusura dell'ospedale di Agropoli è uno di quelli.. per non elencare dei tanti altri

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    2. Vi prendiate la responsabilità? "Voi" chi? Non sono un elettore di centrodestra e comunque la mia era solo una ricostruzione storica. Aprire un ospedale ad Agropoli fu una bestemmia sia dal punto di vista economico sia da quello strettamente sanitario. E fu un'operazione prettamente elettorale e clientelare. I fatti lo hanno ampiamente dimostrato. La volontà di chiudere l'ospedale non dipende dal masochismo di squillante ma dalla cruda ed evidente realtà. D'altro canto con 30 medici per 45 posti letto non si va da nessuna parte.

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    3. il valore della vita anche di una sola persona non può essere calcolato in termini di convenienza economica............. che l'ospedale lavori bene è l'unica condizione per la sua sopravvivenza

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    4. Certo che il valore della vita non può essere calcolato in termini di convienenza, ma questo è un discorso ambivalente e piuttosto delicato (anche rispetto all'ospedale di Agropoli) che non è il caso di affrontare in questa sede. Ma se questa è la logica, come dice giustamente l'autore dell'articolo, allora dovremmo mettere un ospedale in ogni comune!

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    5. per te o bianco o nero, a quanto vedo..... ci sono però infinite sfumature di grigio ( senza scomodare i colori ). è chiaro che un presidio in ogni comune sarebbe l'ideale, ma questo , si capisce , è impossibile.. ma averne almeno uno raggiungibile in tempi brevi è una soluzione accettabile. da castellabate ad agropoli i tempi di percorrenza sono nell'ordine della decina di minuti, per vallo o eboli siamo già sulla mezz'ora, quando, ad esempio per un infartuato, i minuti sono oro. poi sulle possibili soluzioni alternative per attivare un servizio di pronto intervento maggiormente distribuito sul territorio, possiamo parlare e discutere e scoprire che forse esistono e sono semplici da realizzare, ma questa è politica e forse, dandoti ragione , devo riconoscere che questa non è la sede adatta...
      qui si potrebbe parlare del valore "vita" ai nostri tempi e alle nostre latitudini , della latitanza della empatia , dell'inaridimento dei valori elementari della convivenza , in modo da avere una discussione ermancipata dalla passione degli ultras di questa o quella fazione politica che non amano questi argomenti.....

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    6. Non ho le conoscenze mediche per sapere se per un infartuato soccorso dal 118 faccia differenza arrivare a Vallo o ad Agropoli. Diamo per scontato che faccia differenza e che sia una differenza tra la vita e la morte. Al contrario, però, è possibile che chi abbia un problema neurochirurgico non immediatamente percepibile perda la vita perchè si perde tempo ad Agropoli invece di entrare immediatamente in sala operatoria a Vallo. Sono ipotesi di scuola, mentre è certezza statistica che la parcellizzazione della spesa sanitaria, dovuta anche alla parcellizzazione dei piccoli ospedali, ha un alto costo in vite umane in quanto non permette adeguate politiche di prevenzione e la diffusione capillare di terapie complesse, per esempio, in ambito oncologico. E' chiaro che in una situazione ideale e perfetta si può fare tutto e bene. Purtroppo nella situazione reale bisogna fare delle scelte che hanno un costo in termini di sacrifici, che obbligano ad abbandonare il "particulare" per concentrasi sul "bene comune".

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    7. Ma lo sapete che la regione Campania spende circa 600 milioni di euro per i ricoveri di persone residenti in Campania per ricoveri in altre regioni d'Italia?? Con questi soldi si potrebbero potenziare i servizi nelle strutture ospedaliere presenti in Campania, senza chiuderle. E' troppo facile tagliare in maniera verticale, non ci sarebbe bisogno di un manager da pagare a peso d'oro per fare questo.

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  2. anonimo dell 11 e 47........ spero tu stia sempre bene.

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    1. Anch'io spero di stare sempre bene.Ma poichè la malattia è sempre in agguato in quel caso non saprei se essere più spaventato dall'accidente che mi ha colpito o dal fatto di poter essere portato ad Agropoli ;-)

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