Famiglia numerosa |
Ogni giorno riceviamo commenti e mail che ci segnalano presunti casi di parentopoli: commenti e mail che cestiniamo( per i motivi che cercheremo di spiegare nel corso di questo post). E questo ci attira pesanti critiche (anch'esse cestinate, non per nascondere il dissenso, ma perchè atrimenti sarebbe inutile cestinare gli scritti che generano le critiche stesse) Ieri, per esempio, abbiamo ricevuto un commento da una lettrice (o lettore) che si firma Rosa, da utilizzare per la rubrica VORREI SAPERE e che pubblichiamo censurato (censurato è una brutta parola, diciamo moderato).
"Giunta........ Determina ...... adottata in merito alla nomina .....senza alcun avviso pubblico viene nominata e.. retribuita. .......... , solo lei ha i requisiti? non occorreva un avviso pubblico per tutti noi giovani? Chiedo a lei amministratore o qualcuno che ne sappia più di me se questa determina, è legittima? I responsabili di area e il responsabile del procedimento che hanno firmato lo sapevano che era una parente di..? Approfondite........Voglio illudermi che si tratta di "mero errore materiale".
Dicevamo all'inizio che noi cestiniamo sempre questi commenti e queste mail e lo facciamo per un motivo che abbiamo più volte sottolineato: se è vero, come è vero, che un soggetto non debba essere favorito perchè "parente di", è altrettanto vero che uno non debba essere penalizzato dal fatto di essere "parente di". Sarebbe assurdo, e forse incostituzionale, prevedere che se uno si ritrova un parente in un posto di responsabilità debba essere tagliato fuori da qualsiasi possibilità di lavoro ed inibito dal mettere a servizio della comunità quelle che sono le sue capacità, la sua professionalità e la sua esperienza. Questo del "parente di" è un problema che riguarda tutte le amministrazioni pubbliche e, quindi, anche la nostra. L'unico differenza è che, trattandosi di una piccola comunità, pur essendo molto, ma molto , limitato risalta di più.
La domanda che ci pongono spesso è: ma è legittimo ciò?
E' ovvio che ogni singolo caso dovrebbe essere analizzato nei dettagli, ma ci sentiamo di affermare che siamo nel rispetto della piena legalità.
Anche perchè, ed anche questo va detto, la legislazione in materia non è vastissima e alcune norme del TUEL sono di difficile interpretazione tanto da vedere pareri molto distanti tra loro sia in dottrina che in giurisprudenza.
Siamo di fronte non certamente ad un problema di legalità, ma ad un problema di opportunità. Ed in questo caso non c'è blog che tenga, rimane un fatto di sensibilità personale.
La "scala dei valori dell'opportunità" ha gradini che vanno da un minimo, tutto ciò che è legittimo è lecito ed opportuno, ad un massimo, tutto ciò che può dar adito a dubbi è inopportuno.
Ognuno, è evidente, nel suo agire quotidiano si posiziona su quel gradino che più si avvicina alla propria sensibilità, cercando anche un giusto equilibrio tra l'esigenza di non favorire e quella di non penalizzare. E', e rimane, comunque una scelta insindacabile, fatta salva la facoltà di ognuno di farsi un'opinione personale, in un senso o nell'altro, e di esprimerla, a tempo debito, in cabina elettorale.
Ma non c'era un assessore spinelliano che nei comizi ci ha frantumato i cosiddetti dicendo STOP AI FAVORITISMI E AIUTI PERSONALI?
RispondiEliminaQuell'Assessore che fine ha fatto?
Ha le bende sugli occhi.
Ridicoli eravamo e ridicoli siamo.
Certo se e' tutto vero...
Caro blogger Rosa ha sollevato giustamente un altro argomento in voga in questo periodo e con questi amministratori:PARENTOPOLI. Però prima di affrontare l'argomento mi permetta di criticare l'iniziale censura. Infatti la censura , a parer mio ma anche a pare di "legge" deve intervenire in casi di offese gratuite, menzogne e invettive di anonimi contro terzi. Nella fattispecie, invece, ci troviamo di fronte ad una ragazza(presumo) che ha voluto solo mettere in evidenza una situazione riscontrabile dalle carte comunali. A questo punto la domanda sorge spontanea:"censurate anche l'Albo Pretorio o gli atti dei nostri amministratori sono da censurare?? Il blog dovrebbe con più coraggio dar voce a tutti, anche a chi,senza travalicare il confine della buona educazione, mette in risalto qualche argomento davvero scottante.
RispondiEliminaPassando al post anche qui le nostre visioni, se permette, sono contrastanti. Infatti è vero che non esiste (ancora) una legge contro il fenomeno parentopoli, ma è pur vero che tale fenomeno viene è nato e vive sotto la voce "ABUSO D'UFFICIO" art.323 c.p.
Mala cosa ancor più grave è il mancato avviso pubblico che avrebbe permesso a molti giovani disoccupati del nostro comune di avere almeno una spicciola possibilità (e qui potrei citare la legge sulla trasparenza nella Pubblica Amministrazione).E poi se TALE persona, con TALE grado di parentela avesse avuto questo TALE TALENTO per TALE ENTE, avrebbe sicuramente vinto un eventuale selezione/concorso. Invece la verità è che siamo di fronte ad una gestione della COSA PUBBLICA in stile azienda privata.Ma se tutto questo non dovrebbe bastare, se anche le suddette leggi sono trascurabili (a parer loro) ,bhe allora risponderanno di una legge antica , ben più nobile, non penale nè amministrativa,ma di vita: "IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME , LA LEGGE MORALE DENTRO DI ME"!!!
EDMOND DANTES (conte di montecristo)da sempre in lotta per il giusto
Pubblichiamo il commento proprio per chiarire alcune cose.
RispondiEliminaAbbiamo censurato il commento (ripeto preferiamo "moderato") per non "mettere in mezzo" una persona che non c'entrava nulla (d'altro canto chi aveva interesse alla cosa poteva tranquillamente fare una ricerca sul sito del Comune). Il nostro scopo è quello di segnalare un aspetto problematico, non certo di "personalizzare" quest'aspetto, soprattutto quando, lo ripetiamo, la cosa è assolutamente legittima essendo la nomina del responsabile d'area. Cerchiamo, inoltre, di essere molto prudenti in quanto abbiamo scelto la forma degli pseudonimi e non sarebbe corretto fare allusioni "maliziose" non supportate da elementi di fatto. Quanto all'abuso d'ufficio (323 cp) lei sa benissimo che la Corte di Cassazione ha stabilito che il comportamento non può essere un semplice abuso di potere ma la violazione di un regolamento o di una legge, ossia l'inosservanza di una norma "che vieti puntualmente il comportamento sostanziale del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio" (e non è questo il caso). Inoltre il reato può essere configurato anche nel caso della mancata astensione del pubblico ufficiale (come detto qui la nomina è del responsabile).