venerdì 9 dicembre 2011

E se il Comune non reintroducesse l'ICI sulla prima casa?

di un lettore

Sappiamo tutti che il cosiddetto decreto Salva-Italia ha, in pratica, reintrodotto l'ICI sulla prima casa. L'aliquota sulla prima casa è dello 0,4% che i comuni posso modificare portandolo da un minimo dello 0,2 ad un massimo dello 0,6% (l'aliquota ordinaria è invece dello 0,79% con un range a disposizione dei comuni tra lo 0,49 e l'1,09%). Non tutti sanno, forse, che lo stesso decreto ha dato la possibilità ai Comuni che siano in equilibrio di bilancio di esentare (il termine non è tecnicamente ineccepibile ma rende l'idea) i cittadini dall'ICI sulla prima casa agendo sulla detrazione portandola da 200 euro fino alla concorrenza dell'imposta dovuta!
Per far questo, però, il Comune non può aumentare l'imposta ordinaria sulle altre tipologie di abitazioni o di terreni che rimane fissata allo 0.79% (attualmente secondo i dati disponibili l'aliquota applicata dal Comune è comunque inferiore essendo dello 0,7%).
Quindi, come si è visto, il Comune può far sì che la maggioranza o la totalità delle prime case rimanga esente da ICI.
Ciò comporta una perdita di gettito, in termini tendenziali e non effettivi, che ovviamente non siamo in grado di quantificare. Possiamo però dire che l'incremento del gettito si può ottenere aumentando e calibrando la lotta all'evasione e all'elusione e quindi allargando la base imponibile. Occorre innanzitutto modificare il regolamento comunale sull'ICI nella parte in cui prevede che il fondo incentivante per il personale che si occupa dell'ICI sia alimentato dall'1,25% del riscosso. L'incentivo va dato sul recuperato in quanto riscuotere rientra nei doveri d'ufficio!
Quanti di coloro che risiedono nel Comune e godono, quindi, ora dell'esenzione e domani di un'aliquota agevolata sulla prima casa sono, effettivamente residenti nel comune ? Credo che i vigili siano in grado di fare verifiche recandosi in giorni feriali presso le abitazioni  a rischio (siamo a Castellabate non a Milano). Tra l'altro in questi mesi c'è il censimento. Quanti modelli sono rimasti inconsegnati per irreperibilità dei destinatari?
Quante case del nostro Comune risultano intestate a giovanotti di bella presenza ma di scarso reddito? Può il Comune verificare (anche grazie ai nuovi poteri ricevuti con le ultime manovre) quante persone costituiscono nucleo familiare "single" pur studiando e non avendo il becco di un quattrino?
Possono gli uffici comunali, agendo in sinergia tra loro, verificare quante case ci sono sulle foto aeree e quante ne risultano censite all'Ufficio Tributi?
Vogliamo, cioè, far sì che tutti paghino il giusto e il dovuto senza penalizzare sempre i soliti noti?

4 commenti:

  1. spero di cuore che qualche amministratore legga è faccia suo questo articolo.

    finalmente ... un'idea ma soprattutto una traccia da seguire per renderla fattiva, applicabile.
    GRAZIE

    Mr. Hyde

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  2. Ma le suore di Villa Lucia pagano l'ICI per la casa d'accoglienza di Santa Scolastica?

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  3. La casa albergo volevi dire...altro che casa accoglienza !...la stessa villaLucia sono anni che fitta appartamenti e tutti lo sanno....

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  4. ottima idea!!!!.... come quella di tassare le case albergo delle suore/imprenditrici...ma quando la finiremo di essere cosi' ciechi!!!!!!!!!!

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