domenica 11 giugno 2017

SPIGOLATURE: La domanda da porsi non è...

La domanda da porsi non è se chi contesta l'opera sia un "vecchio anagrafico" o un "giovane-vecchio". La domanda da porsi non è neanche se l'opera sia bella o brutta, artistica o scolastica. Nessuno di noi profani è in grado di stabilirlo ma, se come sembra l'opera ha avuto l'imprimatur di Sgarbi, noi che siamo entusiastici estimatori del critico ferrarese, non possiamo che considerarla un'opera artistica degna di nota. Le domande da porsi sono altre. Di carattere generale. Come ci ricordava un amico i murales nascono per "nascondere" il degrado di periferie urbane in abbandono, è questo il caso di Castellabate?
Oppure domande di carattere regolamentare.  Il murales (chiamiamolo così anche se non è del tutto esatto) nasce per iniziativa privata, di un'associazione o dell'Amministrazione? Pare che sia un'iniziativa tesa a caratterizzare l'inaugurazione delle manifestazioni artistiche che ogni anno organizza l'Associazione Pio Alferano. Bene, dopo l'utilizzo il murales rimarrà lì, sarà "smontato" o il compito sarà lasciato all'opera "cancellatoria" del tempo e degli elementi? Non dimentichiamo che siamo non solo nel "centro storico" di Castellabate, ma nel "nucleo storico" del capoluogo, patrimonio mondiale dell'Unesco. C'era bisogno di un'autorizzazione della Soprintentenza, del Parco, del Suap o della commissione per il paesaggio? Se si, ci sono state? Le spese sono rimaste a carico dell'Associazione o del Comune ( all'albo non abbiamo trovate determine)?
Un'opera del genere, che sicuramente stimolerà iniziative emulatorie,  è un'iniziativa estemporanea o trova la sua collocazione in un piano generale? Perchè il Comune di Castellabate non si è dotato di un regolamento sui murales e sulla street art come invece hanno fatto quasi tutti i comuni d'Italia?
E' vero, come qualcuno non troppo correttamente ha attribuito a Machiavelli, "che il fine giustifica i mezzi" ma questo non può trasformarsi nel molto meno letterariamente nobile "chi prima si alza, prima si calza".

8 commenti:

  1. Cara sirena
    Siamo alle solite....io mi auguro che ci siano tutti i pareri...comunque il problema è sempre lo stesso cioè l'improvvisazione ...e non c'entra proprio niente se è bello o brutto

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  2. Venerdì sarà a Castellabate l'on. Boschi. Le porterò i saluti della popolazione di Castellabate;))

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  3. A prescindere da tutte le considerazioni di ordine artistico in questa vicenda quello che mi fa un po’ arrabbiare è la “strafottenza” di chi senza far sapere niente in giro, di soppiatto, prende una parete di un edificio dell’ingresso del centro storico Patrimonio dell’Unesco, Zona A1 del PRG vigente, uno dei Borghi più Belli d’Italia, e la fa sfondo di “un’opera d’arte”.
    A questo punto visto che le sensibilità, per fortuna, tra le varie persone sono diverse, chi potrebbe impedire a qualcun altro di ridipingere la parete del Castello di un bel rosa shocking e di rosso sangue per evidenziare il problema del femminicidio?
    Questo c.d. murales è stato autorizzato da qualcuno, è stato oggetto di un dibattito tra esperti (?), è inizio di un nuovo e diverso discorso turistico?. Insomma è possibile che i cittadini di Castellabate siano ritenuti da questa Amministrazione incapaci di decidere su cosa sia meglio per il proprio paese tanto da farli trovare di fronte al fatto compiuto senza poter dare un benchè minimo contributo?
    Comunque scendendo nel tecnico e visto che al momento nessuno ha esplicitato né i materiali usati né il tempo di permanenza né la destinazione di tale opera è fuor di ogni dubbio, che ai sensi del combinato disposto degli art. 136 comma 1 lettera c) e 146 del Decreto Legislativo 42/2004 e del DPR 31/2017, la sua realizzazione è soggetta al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica previa acquisizione del parere della Commissione Locale per il Paesaggio e della Soprintendenza alle belle arti di Salerno. A quanto pare, visto l’Albo Pretorio del Comune, tale autorizzazione non esiste. Ma d'altra parte Quis custodiet ipsos custodes? diceva il sempre attuale Giovenale.

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  4. Al di là delle procedure,per carità, pur sempre da rispettare, penso che la facciata su cui è stato realizzato il murales, con quella sua bella tapparella in plastica, sia priva di qualsiasi valore storico-artistico-architettonico e quant'altro, e che qualsiasi "stuorcio" sarebbe servito a rendere più accattivante l'ingresso di Castellabate !!!!!

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  5. Condivido quanto scritto dall'anonimo delle ore 13.29.Vorrei invitare i cittadini di Castellabate, i consiglieri comunali di minoranza e (anche qualcuno di maggioranza dotato un minimo di sensibilità o buon senso) di non chiudere gli occhi di fronte alla realtà: il nostro centro storico sta subendo un cinico sfruttamento affaristico che si sta mangiando un pezzo del nostro passato.Lasciamo perdere pure il caos dei pullman in cerca di parcheggio , o le pipì in mezzo ai vicoli,Ma quello che non si può lasciar perdere è lo stupro dei luoghi, lo stravolgimento dell’ambiente fino alla sua scomparsa. Oggi abbiamo una Piazza invasa da tavoli e sedie fino ad occupare vie di passaggio, (improbabili gazebo o opere cementizie in luoghi storici che certamente non sono un ..Belvedere). I vicoli, portoni, cappelle gentilizie Tutto o quasi sta per scomparire o è già scomparso. In questi giorni le due ciliegine sulla torta: n.1 il murales che nulla ha a che vedere con la nostra storia, il nostro passato. Non è l'urbanistica modello Gubbio o Assisi il nostro riferimento? Un centro storico medievale che c'entra con i murales? Ciliegina n2 Fra pochi giorni ci sarà l'apertura udite! udite! di Borgoland! parco giochi nell'ex asilo parrocchiale (chiuso per motivi economici)oggi aperto per fare cassa , gestito dalla Pro loco (associazione deputata a salvaguardare i luoghi e promuovere il territorio con eventi culturali) con la benedizione del neo parroco(autorità deputata all'educazione e alla crescita morale dei ragazzi e non al consumismo). Quindi stiamo assistendo ad un cinico sfruttamento affaristico che si sta mangiando ogni giorno un pezzo del nostro passato, del nostro Paese, un pezzo di quel borgo più bello d'Italia di cui ama riempirsi la bocca la retorica della politica.
    Di tutto quanto ho detto conosciamo i responsabili.

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  6. Pur condividendo le preoccupazioni per la deriva "affaristica"... anche se tutto sommato non mi sembra impresa titanica sbarazzarsi dei tavoli in più che hanno reso la piazza un corridoio, non oso immaginare le bacchettate di Sgarbi, se quest'anno verrà al premio Alferano e sarà messo al corrente di queste "patetiche" critiche...

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    1. Brr che paura! Al massimo un paio di CAPRA ma poi si renderà conto anche lui della deriva.....

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