lunedì 21 ottobre 2019

CENTRALE A BIOMASSE: La Minoranza attacca, il Sindaco chiarisce

Il 18 Ottobre il sito istituzionale ha annunciato che il Comune di Castellabate ha ottenuto il finanziamento per la costruzione di un "un impianto di piccola taglia a biomassa vegetale per la produzione di energia elettrica e termica "
Semplificando si tratta di una piccola centrale che produce energia bruciando biomassa. Cosa s'intende per biomassa? Leggiamo da wikipedia: Il termine biomassa definisce qualsiasi materia organica (cioè derivata dal processo di fotosintesi clorofilliana) con esclusione dei combustibili fossili e delle plastiche di origine petrolchimica[1]. Questa definizione raggruppa una varietà estremamente eterogenea di materiali[1]: può trattarsi, ad esempio, di cascami dell'industria, di residui di lavorazioni agricole e forestali, di legname da ardere, di scarti dell'industria agroalimentare, di sterco e reflui degli allevamenti, di oli vegetalirifiuti urbani, ma anche specie vegetali coltivate allo scopo, come il pioppo, il miscanto, o altre essenze e specie a crescita rapida e di facile coltivazione, adatte allo scopo."
Siamo di fronte quindi alla produzione di "energia ecosostenibile" per ottenere la quale non c'è sostanziale differenza tra i rifiuti solidi legnosi e e deiezioni animali (e diciamo questo per meglio giudicare gli interventi di cui sotto).
La Minoranza, oltre a contestare al Sindaco una certa incoerenza avendo partecipato, con altri sindaci, ad una manifestazione contro l'apertura di una centrale a biomasse a Capaccio,  contesta anche l'utilità e l'opportunità di costruire questa centrale ed avanza dubbi sull'innocuità per la popolazione.
Nel 2014 molti Sindaci, tra cui anche Spinelli (foto 1), indossarono la fascia tricolore e protestarono contro la realizzazione di un impianto a biomasse vegetale nel Comune di Capaccio al grido “SALUTE O BIOMASSE”.
Oggi, nel 2019 l’Amministrazione di Castellabate ha diramato un comunicato stampa (foto 2) con il quale, entusiasticamente, preannuncia l’installazione in località Maroccia (depuratori) di un IMPIANTO A BIOMASSE VEGETALI. Ah, la coerenza!!

Infatti il progetto denominato “ impianto di teleriscaldamento in cogenerazione a biomasse vegetali” è stato ammesso a finanziamento (494.166,63 euro) tramite fondi PSR 2014/2020.
È prevista, quindi, la combustione di scarti di origine forestale, agricola e agroindustriale (almeno ufficialmente). Attraverso questo processo si crea energia che servirà da un lato ad alimentare l’impianto stesso e dall’altro a far funzionare parte dell’impianto di depurazione (settore fanghi). Dal comunicato si evince che l'obiettivo principale è la riduzione dell’attuale spesa energetica del Comune.
Ma chi l’ha fatto diramare sa che dal 1 Gennaio 2019 questo costo di gestione è in capo alla Consac, gestore del servizio idrico integrato?
A questo punto dovrebbe esservi una rimodulazione della convenzione e un ricalcolo al ribasso del corrispettivo che il Comune dà alla Consac come contributo all’ammodernamento degli impianti (1.100.000 euro, mica bruscolini!!).
Ma aspetto ancor più importante è la presenza di numerose tesi che evidenziano come l’analisi del ciclo di vita (costruzione, esercizio e dismissione) degli impianti a biomasse vegetali possano essere dannosi per l’ambiente.
Il REATTORE DI CONVERSIONE dell’impianto che si vorrebbe realizzare a Castellabate è studiato per funzionare 24 ore al giorno per 7.500 ore all’anno. Va da sé che potrebbero non bastare gli scarti derivanti dalle due aziende agricole del territorio che hanno sottoscritto un accordo per la fornitura, con l’ipotesi che altre aziende non appartenenti al nostro Comune e con un’impronta più industriale possano venire qui a “scaricare” i propri scarti. 
UN IMPIANTO CON 7 METRI DI CAMINO che, giorno e notte, sarà ATTIVO. Proprio nel Comune di Castellabate, Bandiera Blu, uno dei borghi più belli d’Italia (2008) e Patrimonio Mondiale dell’Unesco (1999).
Per di più, un impianto installato in un’area che in questi anni, tra sequestri e criticità riscontrate, non è stata un esempio positivo di efficienza amministrativo-gestionale.
A CASTELLABATE NON SERVE UN IMPIANTO A BIOMASSE. Nessun altro Comune del Parco Nazionale del Cilento ha accettato.
Nessun beneficio economico, peraltro ad oggi tecnicamente inesistente, può mettere a rischio, anche solo potenzialmente, la salubrità di un territorio e dei suoi cittadini.
La scelta è una: SALUTE O BIOMASSE


A Stretto giro di posta arriva la risposta del Sindaco:
Mi hanno segnalato l’allarme che stanno generando alcuni post dei consiglieri di minoranza circa l’impianto a biomasse che ci è stato finanziato accostandolo addirittura a quello che si voleva costruire a Capaccio qualche anno fa. Stiamo parlando di due cose completamente diverse. A Capaccio l’ipotesi era di costruire una CENTRALE per la produzione di Biometano attraverso la digestione anaerobica di effluenti zootecnici con tanto di laghetto. A Castellabate parliamo di un impianto di piccola taglia per biomassa vegetale (sfalci,potature) e vi garantisco che mai consentirei l'installazione di qualcosa che sia anche solo potenzialmente nocivo per la salute. Comunque state tranquilli perché tutto sarà valutato e approfondito con l’attenzione che l’argomento merita. Infine voglio precisare che i benefici derivanti da questo impianto saranno chiaramente a vantaggio degli utenti. Intanto eviterei inutili allarmismi in attesa di approfondire l'argomento.

3 commenti:

  1. Facciamo un referendum consultivo? C. Grande

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    1. Ma l’intera comunità ha la preparazione e le conoscenze per valutare se un impianto è nocivo?

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