domenica 4 ottobre 2015

Catina Tortora ci scrive...

Il 30 Settembre, in occasione della riapertura del blog, abbiamo pubblicato un post "Per ricordare, o meglio, per non dimenticare".
Catina Tortora ha inviato un commento che, per uno di quei misteri insondabili della Rete, non ci è mai pervenuto. Alla fine siamo riusciti a recuperlarlo ma abbiamo deciso di pubblicarlo come post a se stante e non come commento. E questo innanzitutto per il contenuto che ci ha colpiti profondamente, ma anche perchè è importante  specificare che il commento è stato inviato il 1° Ottobre (leggendolo capirete il perchè).
Questo è il commento che Catina Tortora  ci ha inviato:


Castellano, ammetto che ieri mi hai colto di sorpresa.. Scorrevo distrattamente le notizie di Fb.. Quando a un tratto quella foto.. E sempre la stessa stretta. Ho letto.. Mi hai turbata: perché? Perché ieri? Perché dopo 15 anni? Forse per un ritorno del blog col botto? Non lo so.. In fondo non mi interessa. Ho ricordato.. Poche immagini, sfocate.. E tanto dolore, delusione, disprezzo. Non le ho mai amate quelle targhe.. Lì a ricordarmi che non c'era.. Che era ormai solo un nome e un cognome (ma su un corso che finalmente era degno di essere il suo fiore all'occhiello!). E le chiacchiere.. Che feriscono. Te ne sei ricordato.. Proprio ieri.. 30 settembre, S.Girolamo. Ho pensato tutto il giorno alla coincidenza.. Girolamo-Nino-nonno.. Alla sua battaglia solitaria contro quel gesto, quella di un padre che ha perso un figlio.. E che oltre al danno ha dovuto subire la beffa. È per lui che scrivo.. Per il dolore che il gesto meschino gli ha accentuato. Per il resto.. Papà non è stato un eroe, non ha fatto la guerra, unito i due regni o regalato doti.. Era un sindaco (come tanti ce ne sono stati e tanti ce ne saranno ancora), un cittadino che ha provato a fare il suo dovere.. Fino all'ultimo. Nessun timore..Non ci servono strade o piazze.. Ai miei figli (se Dio vorrà) ricorderò questo. Ognuno in fondo è libero di scegliersi il pezzo di storia del territorio da tramandare che preferisce: il mio parlerà di speranza, di progresso, di amore e di un sogno.. Il suo.

3 commenti:

  1. davanti le parole di una figlia non si può che tacere e rispettare. Il tutto nasce però da un vostro post polemico che nulla ha dare se non il pretesto per qualche pettegolezzo o peggio ancora con l'intento di delineare fazioni. In tutta questa triste vicenda sono più che convinto che siano più le lingue ad aver aizzato gli animi che le vere intenzioni dei protagonisti.
    Un saluto affettuoso a Catina
    E.D.

    RispondiElimina
  2. mi trovo d'accordo, basta con ritirare fuori ogni tre-quattr'anni questa storia della targa, metterla non avrebbe aggiunto niente e toglierla nemmeno, fu un errore, inculcato anche dall'agitazione toponomastica di questi anni in cui si è perso il senso dei simboli: se ci sono strade intitolate praticamente a qualunque finanziere, carabiniere,o usciere, purché dotato di cospicua discendenza, allora è evidente che anche il Sindaco Tortora non meritava di meno. Anzi a questo punto penso che con l'inflazione di targhe che abbiamo visto diffondersi, bisogna sentirsi più titolati a non esserci su quelle targhe. Vorrei invece approfittare dell'occasione per ricordare che Tortora era un giovane professore di inglese che sapeva comprendere come un antico cilentano e questa è la cosa che non ritrovo più, tra tutti questi giovani che non comprendono l'antico e si professano inglesi Dovremmo ricordarci meglio chi siamo, imparare a non copiare ma rischiare di essere originali. Non saremo mai una movimentata cittadina del nord Europa ma possiamo riscoprirci un vivibile paese del sud Italia, Tortora, secondo me, lo pensava ed è più utile riflettere su queste idee che continuare a parlare di marmi

    RispondiElimina
  3. Tortora nn ha bisogno di una targa per essere ricordato sta a noi cittadini di castellabate a nn dimenticarlo

    RispondiElimina

Se volete rispondere ad un singolo commento cliccate su Rispondi sotto il commento stesso.