"Quando fuggo nel silenzio
e sono timoniere di galassie,
ho dimenticato persino te che amo"
Il
Maestro Elementare Gianni Rescigno è
tornato alla Casa del Padre (c'erano venute alla mente tante
immaginifiche espressioni per descrivere la morte, ma abbiamo scelto
la più semplice, quella cara al nostro Parroco).
Sì,
il Maestro Elementare Gianni
Rescigno. Solo la retorica dell'effimero di un popolino semplice ed
in buona fede, può trasformare un Maestro
in un professore
ritenendo in questo modo di attribuirgli maggiore dignità.
Gianni
Rescigno è stato per
i suoi scolari Maestro
di vita e di cultura, è per
tutti noi Maestro di
dolcezza e
di bellezza, interprete
inarrivabile
della “divina malinconia”.
Gianni
Rescigno se ne è andato in silenzio e in punta di piedi, fedele al
suo stile di vita schivo e di sublime modestia. Modestia che ha fatto
passare sotto silenzio anche l'ultimo grande riconoscimento
ricevuto: il premio Musa Calliope al
47° premio internazionale “Le Muse” di Firenze.
E
come il “silenzio” di Rescigno è lo specchio del suo carattere,
così il silenzio “degli altri” è lo specchio dei tempi.
Come
interpretare il silenzio dell'Amministrazione? Non un manifesto, non
un segno ufficiale ai funerali, non il benchè minimo ricordo.
E
dove erano, ieri mattina, tutti quegli scolari che Gianni ha forgiato
nel corso dei suoi anni d'insegnamento?
E
dov'erano molti dei suoi colleghi? E quale segno tangibile di
gratitudine e rispetto ha portato ai funerali l'Istituzione Scuola?
Abbiamo
riportato all'inizio quel suo verso che per anni abbiamo letto
all'ingresso di Piazza Lucia accompagnato da un'immagine creata da un
altro grande Maestro, Giannino
Di Biasi.
Quella
targa, in silenzio, senza che nessuno ci facesse caso, è scomparsa, ma la sua forza espressiva è vivida nella nostra mente, il suo
ricordo è impresso a fuoco nei
nostri cuori.
condivido il rammarico del post, forse eccessivo nel censurare gli ex alunni, visto che molti hanno sentito il dovere di visitare la casa e porgere le condoglianze ai familiari, anche venendo da fuori. Così molti ex colleghi, direi superstiti, visto che il Prof. Rescigno era già in pensione e molti suoi colleghi anziani non sono più. E' vero che la mancanza di segni istituzionali è anch'essa un segno, di questi tempi di apparenza e protervia dove poco rilievo si attribuisce alla vera cultura, figuriamoci poi alla poesia.
RispondiEliminaCredo che mettendo insieme tutti i volumi letti dai politici locali negli ultimi 10 anni a stento si riempirebbe lo zaino di un allunno delle elementari, molto più spazio invece occuperebbero i grafici tecnici dei begli edifici che questi stessi politici hanno consentito nello stesso periodo.
All'epoca dei maestri è seguita quella dei mastri.
“Quando viene al mondo una persona perbene , la si può riconoscere dal fatto che la maggior parte delle persone la ignora”.
RispondiEliminaGentilissimo amministratore, la sua meraviglia mi meraviglia (mi scusi la ripetizione). Prendo spunto dal riprorevole comportamento avuto dai nostri amministratori nei confronti del Maestro e Poeta Rescigno per farle conoscere un' altra persona perbene che abita nel nostro paese e che chiamero` Angelo. Figlio unico di una famiglia di pescatori ha un unico sogno: imparare a suonare l'organo.e i genitori nella loro poverta' lo fanno studiare al conservatorio dove si diploma. Morto il padre continua a vivere con l'anziana madre. Non l'ho mai sentito suonare nella nostra parrocchia ma don Peppino lo ha invitato spesso ad accompagnarlo con l'organo durante le funzioni religiose che celebra nella basilica pontificia di Castellabate. Fin qui nulla di eclatante dira' lei ma abbia la cortesia di seguirmi. Qualche anno fa la mamma si e' gravemente ammalata ed ora e' allettata. Non avendo a chi rivolgersi Angelo si prende cura di lei: la lava, la medica, la veste, la fa mangiare; il loro unico sostentamento e' la pensione sociale che di certo non puo' bastare visto che la mamma abbisogna di cure continue. Allora Angelo ha chiesto ed ottenuto un posto di operatore ecologico e gira per il comune attaccato al camion dell'immondizia. Quando non lavora si dedica totalmente alla madre. Quelle mani nate per eseguire melodie ora raccolgono la nostra "monnezza". C.Kale
Mi permetto di rispondere al tuo commento con una domanda che ammetto essere retorica: cosa c'entra Angelo con il Maestro Rescigno? Vuoi dire che Angelo, che suona l'organo, quindi non certo uno strumento veicolo di successi commerciali, non è profeta in patria? Castellabate tutta è la sua patria e, come tu stesso affermi, accompagna spesso Don Peppino nelle funzioni religiose. In più gli è stato assegnato un posto da operatore ecologico per poter sostenere l'anziana madre. Dove la patria sarebbe matrigna con lui? A me sembra il contrario. Raccogliere la "monnezza", come tu scrivi, non è un'onta, tanto più se non si è qualificati per fare altro. Purtroppo il Comune e la popolazione di Castellabate non possono per magia far diventare popolare l'organo tra le masse. Credo che Angelo sapesse che il suo strumento preferito probabilmente non gli avrebbe garantito successo e ricchezza. Mi dispiace dirtelo, ma Angelo, anche se ha una storia dolorosa alle spalle, non c'entra con il Maestro Rescigno, al quale di certo può essere applicata l'etichetta del "Nemo propheta in patria".
EliminaOra che tu navighi
RispondiEliminasu oceani di cieli
che non conoscono tempeste
sappi che non ancora
abbiamo forza di tramutare
quest'inferno in paradiso.
di Gianni Rescigno