Immaginate
di innamorarvi di un terreno e di acquistarlo, in presenza di un
notaio, un pubblico ufficiale, di pagare con i vostri soldi quel bene
e scoprire, dopo poco, che alcuni dei diritti di ogni cittadino, in
quel posto, solo per voi, non esistono. Eppure pagate le tasse come
tutti gli altri; eppure siete in Italia, dove fin da bambini vi hanno
spiegato che i diritti e i doveri sono uguali per tutti, dove la
Costituzione, art. 42, recita “la proprietà privata è
riconosciuta e garantita dalla legge”. Voi quel diritto, di
tutelare la proprietà privata, non lo avete, perché venite da
fuori, non avete famiglie numerose di voti da offrire.. .
Immaginate
che, per riuscire a far valere quel vostro diritto, dovete affrontare
anni di battaglie legali, durante i quali, con un profondo senso di
frustrazione, siete costretti ad assistere impotenti allo sversamento
di rifiuti di ogni genere nel vostro terreno, al furto di alberi, di
pietre, di elementi costruttivi e al danneggiamento degli antichi
casali, agli incendi dolosi. Siete costretti a percorrere tutti i
giorni e svariate volte al giorno la strada privata di accesso
completamente dissestata, danneggiando la vostra auto, perché
l’esecuzione di lavori di sistemazione necessari incrementerebbero
tutto ciò, oltre il costo stesso della manutenzione, che
aumenterebbe con l’aumentare del numero di veicoli in transito. Una
sera, ritornando a casa, trovate i vecchi mobili di una intero
appartamento riversati lungo la strada; un altro giorno addirittura
una imbarcazione in vetroresina e così per anni ed anni.
Sareste
sicuramente tentati di far valere i vostri diritti fino in fondo,
quelli specificati chiaramente dall’art. 832 del Codice Civile “il
proprietario ha diritto di godere e di disporre delle cose in modo
pieno ed esclusivo”; sareste tentati, in fondo qualcun altro lo ha
fatto a pochi chilometri: Punta Licosa.
Ma
voi avete un sogno, avete nella testa un progetto di sviluppo
sostenibile, di quel luogo che volete, nel rispetto comunque della
vostra privacy, condividere con chi come voi sa apprezzarlo e
rispettarlo.
Siete
avviliti, perché negli anni avete visto devastare o contaminare
posti simili, ma voi avete una idea ben precisa di salvaguardia, di
rispetto per le tradizioni e per la natura e, per questo vostro
sogno, siete disposti ad investire il vostro tempo, il vostro lavoro,
le vostre risorse economiche, siete disposti a sopportare anni di
disagi, di sacrifici.
Quello
che non sareste disposti a sopportare sarebbe, dopo che un tribunale
ha inequivocabilmente riconosciuto il vostro diritto e finalmente una
nuova ed illuminata amministrazione interrompe anni di ottuso
boicottaggio, un primo piccolo passo per la tutela di quel posto, un
grande beneficio soprattutto per la collettività, quello che
sicuramente non sareste disposti a sopportare sarebbe essere
attaccati per questo, e tutto secondo una maniera di far politica ormai superata; essere
attaccati facendo credere in malafede che noi avremmo sottratto un
pubblico diritto, acquisito per aver consentito l’accesso
indiscriminato per anni. Ebbene quell’accesso indiscriminato, quel
pubblico abuso, ci è stato imposto per decenni, calpestando un
nostro fondamentale diritto. Gli innumerevoli tentativi di
istallazioni, tesi a regolamentare il traffico, non sono mai state
respinti contestandoci il diritto di proprietà e di tutela della
strada. Hanno sempre trovato l’escamotage del diniego per motivi
urbanistico-ambientali, senza mai chiarirceli. Quando fu bocciata
l’istallazione dei dissuasori ne chiedemmo il riesame, chiedendo
espressamente di fornirci almeno le motivazioni della decisione.
Ebbene il diniego fu confermato ma non una parola fu scritta sulle
motivazioni.
Chiariamo
una volta per tutte:
la
strada in questione è una strada privata dove non esiste nessuna
servitù di uso pubblico.
Sono
stati spesi, per i lavori di manutenzione, solo soldi privati.
Il
Comune, al quale la proprietà ha dato l’accesso, che utilizza tale
strada per raggiungere il serbatoio comunale, altrimenti
raggiungibile percorrendo via molto più lunga e ammalorata, ha avuto
un grande vantaggio dalle opere realizzate e senza aver speso un solo
euro.
I
dissuasori sono un filtro che lascia passare il fruitore sano e
respinge l’aggressore della natura. Non è una nostra invenzione è
così in tutti i posti di interesse naturalistico pubblici o privati.
In tutte le altre parti d’Italia nessuno oserebbe imboccare un
percorso naturalistico in auto, inquinando e disturbando gli
escursionisti o, dove ciò avveniva per mancanza di senso civico,
sono stati istallati congegni analoghi, unica possibile soluzione.
Io
sono solo uno dei proprietari, ma il mio personale impegno volge
nella direzione di uno sviluppo del luogo, che nel più totale
rispetto e salvaguardia di natura e cultura sarà di grande utilità
per l’intera collettività. Il fatto che l’area è di proprietà
privata e di essere io uno dei proprietari è per me la migliore
garanzia di tutela. Mi considero un integralista in questo e farò
tutto il possibile perché i casali siano restaurati nel modo più
conservativo possibile e che la natura non sia in nessun modo
contaminata. Se mi offrissero i soldi e le autorizzazioni per
asfaltare la strada di accesso, come quella di Licosa, preferirei
raggiungere la mia abitazione a piedi piuttosto. Guardate che anche
gli interventi contemplati dalla bioingegneria molto spesso, quando
progettati senza particolare sensibilità (sovente solo per
sperperare denaro pubblico), alterano l’aspetto originale dei
luoghi, privandoli del loro essenziale potere evocativo. Un muro in
pietra, ricostruito senza la comprensione del valore semantico delle
antiche tecniche costruttive, o una semplice staccionata in legno,
che non abbia una reale funzione, possono inquinare l’integrità di
un luogo ed il valore di punta Tresino risiede proprio nell’essere
integro, quasi senza tempo, caratterizzato dalla più ricca e
incontaminata biodiversità, cosa rara lungo la fascia costiera;
risiede nel suo magico potere evocativo, in grado di attirare turisti
di cultura, con tutte le potenzialità per creare uno sviluppo sano e
un conseguente indotto per la collettività. Per me è una ricchezza
lo sviluppo di attività di fruizione dell’area turistico, sportive
e culturali, compatibile con la salvaguardia di tutto questo. Il mio
sogno più grande è quello di essere contagioso. Si, contagioso,
perché vorrei che tutta questa terra meravigliosa, che è il
Cilento, si svegliasse, riconoscendo la sua essenza, la sua precisa
identità culturale, la sua natura selvaggia, in grado di attirare
viaggiatori da tutto il mondo, nonostante anni di più o meno
inconsapevole mortificazione di questo territorio.
Mario
Corrado