Il sito istituzionale, qualche giorno fa, ha dato l'annuncio del fatto che l'Amministrazione, stanca del silenzio dell'Ente Parco sulla richiesta di riperimetrazione delle Zone D del Piano del Parco, ha deciso di dar mandato ad un legale per impugnare la mancata risposta ed eventualmente ottenere la nomina di un Commissario ad Acta.
Abbiamo (da non tecnici) qualche dubbio sulla procedura adottata, comunque questa delle Zone D è una questione delicata e spinosa alla quale ci stiamo dedicando preparando un post (che pubblicheremo appena ci saranno giunte delle risposte a dei chiarimenti normativi chiesti ad alcuni tecnici).
Si tratta senza dubbio di una presa di posizione dura, di un atto forte a difesa delle proprie ragioni. Ieri è stata pubblicata la delibera (la n. 9 dell'11/1/2018) nel corpo della quale viene fatta la ricostruzione storica della vicenda (iniziata subito dopo l'insediamento della 1^ Amministrazione Spinelli con la delibera di CC n. 65 del 29/11/2011) e nella quale l'Amministrazione da atto dei propri sforzi per coagulare il consenso intorno alle proprie tesi dei Comuni del Parco interessati :"negli anni a seguire, il Comune di Castellabate si adoperava in un delicato lavoro di
sensibilizzazione dei Comuni del Cilento al fine di condividere con questi le problematiche
inerenti la necessaria ri-perimetrazione di cui sopra ed ottenere l’istituzione della
Conferenza Permanente di Pianificazione di cui all’art. 4 della L.R. n. 13/2008;"
Tutto bene, se non che, leggendo la delibera, apprendiamo che questo atto forte, condiviso e coinvolgente viene approvato con il minimo sindacale, ossia con la presenza di soli tre aventi diritto. E, senza far torto a nessuno, non mancavano due assessori qualunque, ma il Vicesindaco, Maiuri, e l'Assessore al Ramo, Nicoletti.
Non c'è dubbio che non si sia trattato di un'assenza polemica determinata dai problemi politici o da conflitti, ma più banalmente da impedimenti di salute (non ce lo auguriamo) o da improrogabili impegni politici (di lì a due giorni c'era l'Assemblea di Fratelli d'Italia a Bologna) o personali.
Non sappiamo quali strumenti giuridici il legale del Comune intende perseguire e, pertanto, ignoriamo se ci fossero scadenze improrogabili ed impellenti, ma come abbiamo sottolineato in occasioni simili il rinvio alla seduta del 16 sarebbe stato utile ed opportuno.
Cercare di far valere le proprie ragioni è cosa buona e giusta, farlo partendo con un atto intrinsecamente debole è cosa inopportuna ed autolesionistica.
Chissà quale commissario ad acta sarà nominato prima: se quello per ampliare le zone D del PNCVD o quello per approvare il PUC di Castellabate ?!?
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