Villa Matarazzo, non può piacere ai politicanti, impastata com’è di tutto quanto essi temono ed ostacolano.
Il coraggio di navigare l’oceano per l’ ignoto, la capacità di lavorare per il benessere, l’aspirazione ad edificare per la bellezza.
Così sono riusciti a tenerla nascosta, fino a quel dannato giorno in cui gli eredi decisero di venderla, purchè ad Enti Pubblici.
Così sono riusciti a tenerla nascosta, fino a quel dannato giorno in cui gli eredi decisero di venderla, purchè ad Enti Pubblici.
Il serafico Tarallo non l’avrebbe mai voluto, quel frutto opulento della libera impresa, ma come giustificare un rifiuto?
Troppi soldi nelle casse del Parco e nessuna idea di come utilizzarli, dovette cedere ed acquistarla, tranquillo però di poterla ammollare al Sindaco.
Così è diventata quell’ingombrante monumento all’ignavia pubblica, fino a quando erbe e muschi non la ricopriranno, facendola dimenticare.
Da ragazzi era per noi come il muro di Berlino, solo in qualche fantasia sfrenata veniva demolito per offrire a tutti bellezza ed occasioni.
Poi la Villa si è aperta e il sogno si è spento.
E’ stato come per la democrazia: difficile ottenerla e poi se ne fa il palco di squallidi Karaoke, si concede il microfono anche a chi non sa cantare, purchè faccia quel po’ di rumore che riempia la notte.
Così è diventata quell’ingombrante monumento all’ignavia pubblica, fino a quando erbe e muschi non la ricopriranno, facendola dimenticare.
Da ragazzi era per noi come il muro di Berlino, solo in qualche fantasia sfrenata veniva demolito per offrire a tutti bellezza ed occasioni.
Poi la Villa si è aperta e il sogno si è spento.
E’ stato come per la democrazia: difficile ottenerla e poi se ne fa il palco di squallidi Karaoke, si concede il microfono anche a chi non sa cantare, purchè faccia quel po’ di rumore che riempia la notte.
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basterebbe metterci quattro pali per giocare a pallone e sarebbe già tanto!
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