Venerdì mattina, riavutomi da una fastidiosa influenza, mi sono fatto dopo un po’ di tempo una passeggiata a Lungomare Perrotti. Gli operai avevano smontato circa un quinto della promenade. E in verità se la prendevano con molta calma. Stamani, martedì, ne avevano smontato circa la metà. Non conosco il progetto e quindi non so se i listelli in legno vengono sostituiti o riparati, ma poiché il termine dei lavori è fissato al 4 dicembre, mi sono fatto l’idea che una decina di giorni di lavoro a buzzo buono, fossero più che sufficienti per rimettere in sesto la promenade. Mi chiedo allora “perché l’Assessore ai lavori Pubblici e il Responsabile dei lavori Pubblici non si sono accorti un po’ prima dell’urgenza dei lavori evitandoci la figuraccia della chiusura ad Agosto”?. E non c’era bisogno di essere dei tecnici per accorgersene in quanto ogni cittadino si era reso conto da moltissimo tempo dello stato pietoso della promenade. Quando la Giunta precedente (quella con Russo, Di Luccia, Niglio, Federico, Giannella e Piccirillo) ha approvato il progetto esecutivo presentato dal Responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici ha chiesto alla stesso perché mai il responsabile del Servizio Manutentivo non aveva ritenuto di fare la manutenzione ordinaria annuale che sarebbe costata poche centinaia di euro? E poteva benissimo fare la domanda considerato che il responsabile sia dell’Ufficio Lavori Pubblici che del Servizio Manutentivo è sempre lo stesso, cioè l’ing. Francesco Lo Schiavo. La mancata manutenzione ha creato un danno alle tasche dei cittadini? Credo di sì. E il danno è responsabilità dell’Assessore o del servizio manutentivo? Non sappiamo se la Giunta di allora si sia posta il problema. Ne dubito fortemente anche perché era appesa ad un filo; e a reggere il filo c’erano proprio l’ex assessore ai lavori pubblici e il fratello del responsabile del servizio manutentivo. Qui stiamo parlando di pinzellacchere (poche migliaia di euro), ma non è detto che sarà sempre così. Maurano è un vecchio amministratore e dovrebbe sapere che le nomine andrebbero fatte non solo rispettando leggi e regolamenti (che è il minimo) , ma anche tenendo conto di semplici regole di “opportunità e buon senso”.
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