Molti ci hanno accusato di essere “anonimi” e, quindi (con vari accenti e sfumature) “codardi e vigliacchi” (alcuni per tutti: Adele Ippolito, Clemente Migliorino, Luca Guariglia, Costabile Pascale ecc. ecc.)
Cerchiamo di chiarire la cosa. “ La Sirena e il Castellano” è il nome del blog. Nome che la giornalista Marisa Russo, avendone appieno compreso il significato, ha definito :” Bello ( grazie! NdR), perchè pone un incontro tra il mare e la collina, tra la frazione S. Maria ed il Centro Storico, due realtà assurdamente sempre in polemica!!”
Sul Blog appaiono articoli TUTTI (al momento) firmati da “u’ munaciello”. U’ munaciello altro non è che lo pseudonimo scelto da chi redige gli articoli (o meglio le note) e che mette nero su bianco le riflessioni di un ristrettissimo gruppo di persone e che cerca di dar voce a chi voce non ha, ossia l’uomo della strada (definizione da strausatissimo luogo comune, ma comunque efficace nella sintesi) .
Lo pseudonimo (che a differenza dell’anonimo gode di tutela giuridica) identifica “sempre” una persona e “solo” quella persona. Qualcuno potrebbe obiettare :”Sofismi da strapazzo. Se non è zuppa è pan bagnato!”
Forse, ma nessuno (e mi scuso per il sacrilego accostamento, ma è solo un esempio) si è mai sognato di dire che “La coscienza di Zeno” o “Le avventure di Tom Sawyer” o “Una Donna” siano stati scritti da anonimi. Eppure Italo Svevo, Mark Twain e Sibilla Aleramo non esistono. Sono semplicemente gli pseudonimi di Aron Hector Schmitz, Samuel Langhorm e Rina Faccio.
Anche qui immaginiamo l’obiezione:”Sì, ma tutti sapevano chi erano”. In realtà non è così (semplifichiamo, non mi sembra il caso di aprire una disputa letteraria) ma, comunque, non tutti i lettori lo sapevano mentre sapeva chi doveva sapere.
Cerchiamo di chiarire la cosa. “ La Sirena e il Castellano” è il nome del blog. Nome che la giornalista Marisa Russo, avendone appieno compreso il significato, ha definito :” Bello ( grazie! NdR), perchè pone un incontro tra il mare e la collina, tra la frazione S. Maria ed il Centro Storico, due realtà assurdamente sempre in polemica!!”
Sul Blog appaiono articoli TUTTI (al momento) firmati da “u’ munaciello”. U’ munaciello altro non è che lo pseudonimo scelto da chi redige gli articoli (o meglio le note) e che mette nero su bianco le riflessioni di un ristrettissimo gruppo di persone e che cerca di dar voce a chi voce non ha, ossia l’uomo della strada (definizione da strausatissimo luogo comune, ma comunque efficace nella sintesi) .
Lo pseudonimo (che a differenza dell’anonimo gode di tutela giuridica) identifica “sempre” una persona e “solo” quella persona. Qualcuno potrebbe obiettare :”Sofismi da strapazzo. Se non è zuppa è pan bagnato!”
Forse, ma nessuno (e mi scuso per il sacrilego accostamento, ma è solo un esempio) si è mai sognato di dire che “La coscienza di Zeno” o “Le avventure di Tom Sawyer” o “Una Donna” siano stati scritti da anonimi. Eppure Italo Svevo, Mark Twain e Sibilla Aleramo non esistono. Sono semplicemente gli pseudonimi di Aron Hector Schmitz, Samuel Langhorm e Rina Faccio.
Anche qui immaginiamo l’obiezione:”Sì, ma tutti sapevano chi erano”. In realtà non è così (semplifichiamo, non mi sembra il caso di aprire una disputa letteraria) ma, comunque, non tutti i lettori lo sapevano mentre sapeva chi doveva sapere.
Nel nostro caso l’identità “u’ munaciello” è conosciuta dal gestore del server che ospita il blog
Perché, allora, scegliere la forma dello pseudonimo? Per codardia o vigliaccheria? Francamente non capiamo l’accusa. Di cosa dovremmo avere paura?
Abbiamo scelto uno pseudonimo per un motivo semplicissimo. Perché vogliamo che si discuta sui fatti e sulle idee, non su chi questi fatti e queste idee espone. Soprattutto in questa fase di acceso scontro politico in campo nazionale e di una crisi evidente nella politica locale si finisce per concentrarsi non sulla bontà dell’opinione (che può essere giusta o sbagliata, questo è evidente) ma su colui che quell’opinione porge all’attenzione di chi ascolta o legge. I casi di Ghino di Tacco e Geronimo sono “esempi di scuola” per illustrare questo atteggiamento!
Tutto ciò, ovviamente, impone il rispetto di determinate regole che noi stiamo adottando e continueremo ad adottare. Solo fatti, opinioni ed idee. Nessun insulto, nessuna diffamazione e piena disponibilità ad ospitare l’opinione di chiunque abbia qualcosa da dire nel rispetto di queste regole.
Perché, allora, scegliere la forma dello pseudonimo? Per codardia o vigliaccheria? Francamente non capiamo l’accusa. Di cosa dovremmo avere paura?
Abbiamo scelto uno pseudonimo per un motivo semplicissimo. Perché vogliamo che si discuta sui fatti e sulle idee, non su chi questi fatti e queste idee espone. Soprattutto in questa fase di acceso scontro politico in campo nazionale e di una crisi evidente nella politica locale si finisce per concentrarsi non sulla bontà dell’opinione (che può essere giusta o sbagliata, questo è evidente) ma su colui che quell’opinione porge all’attenzione di chi ascolta o legge. I casi di Ghino di Tacco e Geronimo sono “esempi di scuola” per illustrare questo atteggiamento!
Tutto ciò, ovviamente, impone il rispetto di determinate regole che noi stiamo adottando e continueremo ad adottare. Solo fatti, opinioni ed idee. Nessun insulto, nessuna diffamazione e piena disponibilità ad ospitare l’opinione di chiunque abbia qualcosa da dire nel rispetto di queste regole.
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